47.

 

Il cerbiatto entra in classe: i banchi di rametti, le lavagne di pietra e i gessetti di sassi colorati sono al loro posto, ma non si vede il Gufo. Cerca il maestro dietro ad ogni cespuglio, ma senza buon fine.

Il cerbiatto si mette a piangere perché crede di essersi perso. Si spaventa e comincia a correre, senza neanche sapere dove sta andando.

Disperato, cerca di ritrovare almeno la via di casa. Ha le lacrime agli occhi e inciampa così in una grossa radice sporgente. Dolorante si rialza e si guarda attorno. È ai piedi di una grande quercia: è la direzione della scuola. All'interno dell'albero vede un grande atrio da dove si dirama una grande scala a chiocciola. Comincia a salire e lì finalmente trova il Gufo, con i suoi soliti occhiali appoggiati al naso.

- Cosa fai qui?

- Sono venuto per dirti una cosa molto importante.

- Guarda, ho finito qui. Parliamone intanto che torniamo in classe.

Così mentre camminano tranquilli, il cerbiatto racconta l'accaduto al Gufo, che rimane sconcertato.

- Ma, non eravate amici? Sono così brave!

Se pensi che il Gufo debba parlare con il cerbiatto prosegui al n. 50

Se pensi che il Gufo sgriderà le vipere vai al n. 49